Napoli-Lazio, replay. E se in quel di Roma in campionato si era visto un’intenzione di essere qualcosa, adesso, dopo la sconfitta contro la Fiorentina, vergognosa, sembra che il Napoli sia la Puteolana e che dovrà affrontare il Real Madrid nel match di martedì di Coppa Italia. Cosa succede al Napoli? Tutto. Cosa si vede? Niente. Sembra di assistere alla stagione nella quale il Napoli andò in serie B, con Taglialatela in porta, arrivava il fine settimana e non c’era storia, c’era una sconfitta. Adesso il Napoli, con una rosa che per quanto costruita forse non al meglio è di alto livello, serve solo agli allenatori avversari per vantarsi e dichiarare: Abbiamo sconfitto una grande squadra. Quando in realtà vincono tirando due volte porta, o per autorete. Ma questo riflette la situazione del Napoli, basta poco per sconfiggerlo. Gli unici ed ultimi sprazzi di squadra con l’intenzione di giocare, o meglio di giocarsela, competere, si sono visto nei venti minuti finali giocati contro il Sassuolo. L’unica vittoria e gli unici punti raccolti nell’era Gattuso. Ci furono occasioni create, voglia di entrare in velocità nell’area avversaria, cross in mezzo, conclusioni su respinte avversarie. Da lì in poi il nulla. E per quanto ci siano vari problemi relazionali, tra società e calciatori e tra gli stessi calciatori, è inammissibile. Gattuso a parole convince, si percepisce un approccio metodico, abbiamo lavorato sulla difesa, sul tenere palla, ancora no sulla manovra offensiva. Peccato che nel frattempo si giochi, e per i punti, e proprio la manovra offensiva è effettivamente assente. Fino ad adesso Gattuso ha schierato il più possibile quelli di sempre, senza risposte però di livello, anche per le assenze importanti. Sono arrivati due calciatori per ricoprire il ruolo di centrale nel centrocampo a tre, capibile il rispetto nei confronti di chi sta lavorando tanto sotto gli ordini del tecnico calabrese, ma si è perso di vista l’obiettivo, e se uno tra Zielinski e Ruiz deve andare in panchina, che ci vada. La situazione è di emergenza e non c’è più tempo per convenevoli, per il rispetto reverenziale delle professionalità dei singoli. L’obiettivo è fare risultati. Questo Callejón serve a poco, ancor di più senza nessun meccanismo, nel 4-4-2 varrebbe la pena per il suo senso tattico, nel 4-3-3 deve fare l’attaccante, ma non funziona. E allora sembra che finalmente, in base alle parole dello stesso Gattuso del dopo gara di sabato, giocherà d’ora in poi chi dimostrerà di volerlo. Amen. Che giochi chi è leggero di testa, i due nuovi, che Fabian faccia l’interno di centrocampo, libero di avanzare e tirare in porta, con Zielinski pronto ad alternarsi a lui ed a Insigne. Lozano titolare, anche al posto di Insigne per qualche minuto, così può rientrare e tirare con il suo piede, il destro. Sulla destra, palla al piede, rientra ma poi per fare qualcosa o cerca il fallo, come contro il Perugia, o deve ritornare sulla destra per tentare il cross. E Milik, il giocatore senza il minimo spirito di competizione, un bravissimo ragazzo che sembra scendere in campo allo stesso modo con il quale si va in un museo di arte moderna, camminando, sorridendo e guardandosi intorno, lascia sempre più dubbi. A volte si accende, e diventa falloso e si rimpiange Mertens o addirittura Llorente. A sua discolpa va detto che il gioco non c’è, difficile segnare in una squadra incapace di fare un assist, un cross decente, neanche da calcio piazzato. A che serve avere una punta centrale se al massimo si crea una, una sola occasione a partita nella quale il tuo numero 9 possa tirare in porta? E allora in vista della Coppa Italia, nella speranza per il Napoli che si recuperi un senso di ambizione, di competizione, che venga fatto fuori chi per una ragione o l’altra non rema nel verso giusto, forse vale la pena affrontare la partita contro la Lazio con lo spirito di una squadra piccola che affronta il Real Madrid, magari, e miracolosamente, per arrivare alla partita contro il Barcellona essendo finalmente il Napoli.
GATTUSO, È TEMPO DI CAMBIARE
