ARRIVA MESSI CON IL SUO BARCELLONA PER LA PRIMA VOLTA A NAPOLI, PER UN MATCH CHE È UN EVENTO STORICO PER TUTTA LA CITTÀ. COME L’AFFRONTERÀ GATTUSO?
Il fascino di questa sfida è enorme, il Maradona di oggi va in uno stadio mitico per tutti gli argentini, il San Paolo di Napoli, dove il vero Maradona è stato ed è amato e dove ha portato la gioia con la sua magia facendo diventare la squadra partenopea campione d’Italia. Per anni gli argentini si sono svegliati presto la mattina della domenica per vedere “El Diego” deliziare con la maglia azzurra tutto il mondo, tra di loro vi erano anche giovani che sognavano di giocare nel campionato italiano. Uno di questi era Hernan Crespo che in una intervista di qualche anno fa spiegò l’emozione di essere arrivato a giocare al San Paolo, anche se con la maglia del Parma. Così come il ricordo e l’amore per Diego sono rimasti ben presenti a Napoli, anche in Argentina è un sentimento indistruttibile quello che la gente dimostra all’idolo che li ha portati ad essere campioni del mondo nel 1986. Anche Messi, allenato da Maradona nell’avventura del mondiale sudafricano del 2010, non è immune al sentimento per Diego e al fascino di poter vivere l’atmosfera nello stadio della città che lo ha abbracciato per sette anni. È la prima volta che Barcellona e Napoli si incontrano in una sfida ufficiale, oltretutto in Champions per un match che vale i quarti di finale. Per la Napoli sportiva è una serata di gala, un evento che rappresenta l’orgoglio di poter competere contro una squadra tra le migliori al mondo oltre alla possibilità di ammirare da vicino grandi giocatori e l’attuale Diez argentino, Messi, il migliore al mondo da circa 15 anni. L’asso sudamericano, un fenomeno straordinario, è in una fase matura della sua carriera, e nelle due ultime stagioni, finchè ha potuto, ha letteralmente trascinato il Barcellona a vincere il titolo nazionale e a giocarsi delle chances in Champions. Messi, la pulce, arriva a Napoli dopo aver segnato 4 goal in una sola partita, vinta 5 a 0 in casa, al Camp Nou, contro il piccolo Eibar. Inutile dire che il Barcellona è il favorito dai pronostici contro la squadra di Gattuso, la speranza però c’è per i partenopei di fare uno sgambetto all’erede di Diego, e sperare “magari” che i catalani cadano in una improvvisa crisi tale da bloccarsi e cadere di fronte a un avversario gagliardo. Questo è accaduto nelle ultime due Champions League, nelle quali il Barcellona dopo aver vinto in casa 4-1 e 3-0 contro Roma e Liverpool rispettivamente, incredibilmente non è riuscito a passare il turno. Quest’anno però è ovviamente un’altra storia, e c’è una grande differenza, al Camp Nou si giocherà la sfida di ritorno, nel comfort di casa per la squadra di Messi, in un campo quasi inespugnabile per gli avversari e che è stato teatro in Champions più volte della famosa “Remuntada”. Il Napoli quindi dovrà tentare di giocarsi le sue carte già nella prima gara al San Paolo. Le due squadre hanno in comune l’aver cambiato il tecnico negli ultimi mesi, l’avere prestazioni altalenanti dal punto di vista di espressione del gioco, ed il vivere una situazione di poca armonia tra la squadra e la società. Ma come bloccare Messi? Due anni fa l’asso argentino ha vissuto la partita a suo dire personalmente più difficile, Girona – Barcellona, l’allenatore rivale Machin piazzò il giovane Maffeo a marcarlo a uomo, risultato: Messi non fece gol, ma il Barça vinse 3 a 0. Conviene quindi rifarsi probabilmente alle sfide che hanno visto la Roma affrontare i catalani, essendo compatti, chiudendo spazi e ripartendo, con l’alternativa utile del lancio lungo, mandando la propria punta uno contro uno con il difensore rivale, nell’occasione fu Dzeko contro Piqué. Il Napoli di Gattuso ha dimostrato in particolare contro le grandi di saper essere compatto, di saper difendere con tutta la squadra, e se nella Roma fu De Rossi, nel Napoli dovrà essere probabilmente Demme ad assorbire gli inserimenti di Messi in area. Nei quattro gol di Messi all’Eibar, c’è uno da grande fenomeno, ma è possibile notare in tutti come sia mancato il lavoro dei centrocampisti avversari, apparsi per lo più in vacanza. Ebbene, i centrocampisti del Napoli dovranno essere chirurgici nel coprire le linee di passaggio tanto verso di lui come verso gli altri giocatori e seguire i loro inserimenti in area di rigore, altrimenti i difensori da soli non potranno contrastarli. Fare però una partita del tutto passiva e a basso ritmo può essere oltremodo pericoloso, consegnandosi al palleggio del Barcellona perdendo del tutto la fiducia e lucidità. In una conferenza di pochi giorni fa Gattuso ha fatto capire che anche lui insegue e vorrebbe applicare tutto ciò che prevede il calcio moderno, l’intensità, il pressing, (il tutto è stato spiegato in maniera esplicita, con tanto di nozioni relative ai secondi del pressing, nell’articolo precedente con riferimento ad Ancelotti e che invito a leggere) il possesso palla, il palleggiare in faccia agli avversari, sottolineando però che al momento attuale con il Napoli in una situazione poco “normale” è difficile applicare questi principi in maniera assoluta e quindi è stato necessario abbassare il baricentro ed essere più compatti. Proprio oggi, relativamente all’intensità del calcio moderno, nella conferenza pre-gara di Champions Gattuso nel fare i complimenti all’attuale allenatore del Barça, Quique Setién (un fautore del bel calcio che illuminò la Liga con il suo Las Palmas e successivamente con il Betis Sevilla con Fabián Ruiz protagonista), ha posto l’accento su come i blaugrana siano tornati a recuperare la palla agli avversari entro 6 secondi. Questo significa che il Barcellona fa un pressing avanzato quando gli avversari iniziano l’azione, ed ad alta intensità, e recuperare il pallone entro 6 secondi significa, secondo le statistiche, avere quasi il 100% di possibilità di fare gol. A quel punto è sorta da un giornalista la domanda fondamentale dal punto di vista tattico: Visto quindi il pressing del Barcellona, il Napoli rischierà partendo con il palleggio dal basso? Rullo di tamburi, suspense e Gattuso risponde con una sorta di sorriso: Non te lo dico, lo vedrai domani. In realtà poi dopo rispondendo ad altre domande l’allenatore del Napoli ha affermato che lanciare lungo pensando di poter avere la meglio in quanto anche il Barça ha problemi in difesa sarebbe un suicidio e che bisogna avere il coraggio e la bravura di palleggiare per creare problemi a Messi e compagni. Altra risposta che si lega all’aspetto tattico ed al coraggio di giocare la palla anche contro i maestri del palleggio, è quella relativa alla necessità di far scendere in campo i giocatori con maggiore personalità. Quindi il Napoli per lo meno in teoria affronterà il Barcellona con l’idea di giocarsela giocando la palla, una volta conquistata, probabilmente correndo il rischio di iniziare l’azione da Ospina con passaggio al difensore vicino e gli avversari in area pronti ad azzannarli. Bisognerà quindi fare attenzione ad ogni dettaglio, in particolare vale la pena sottolineare come con palla al Barcellona vada bloccata dal centrocampo un’azione tipica da gol di Messi. L’asso argentino ha segnato centinaia di reti al limite dell’area arrivando da destra in corsa verso sinistra ricevendo la palla dal terzino sinistro e concludendo in porta con il piede sinistro a giro sul primo palo in basso, con il portiere quasi sempre coperto dai suoi difensori. Nel mondiale di Russia l’Islanda fu brava a far correre all’indietro sempre un centrocampista a chiudere la linea di passaggio frapponendosi tra il terzino e Messi, con l’Argentina intenta a ricreare una azione tipica blaugrana. Terminò 1 a 1. Un’altra azione “Made in Barça” prevede il loro palleggio presso l’area rivale con la difesa degli avversari pronta a salire per mettere in fuorigioco gli attaccanti catalani mentre un centrocampista del Barcellona corre da dietro, quindi non essendo in fuorigioco, verso la porta, venendo servito da una palla lunga che lo mette davanti al portiere. Insomma i giocatori del Napoli dovranno essere concentrati e guardarsi intorno a 360°, ed anche se al di là dei propositi finiranno per giocare tutti indietro come contro l’Inter in Coppa Italia, dovranno avere la consapevolezza che il Barça lascia spazi ed opportunità che andranno sfruttate. Fare la formazione dei giocatori di carattere che manderà in campo Gattuso non è difficile, considerando che giocatori che a inizio anno sarebbe stato impensabile farne a meno la vedranno uno in tribuna non convocato, Koulibaly, e l’altro probabilmente in panchina ovvero Allan. Ospina titolare in porta, Gattuso si fida di lui, è il capitano della Colombia, lo chiama Patrón (soprannome che significa “Capo”, dato in precedenza a un altro capitano storico della Colombia e del Boca Juniors campione del mondo contro il Real Madrid, Jorge Bermúdez), che dovrà dare sicurezza alla linea difensiva classica, con il frugoletto Mario Rui, il freddo Maksimovic, il guerriero Manolas e la certezza Di Lorenzo. A centrocampo l’insostituibile Demme con ai suoi lati il Fabián ritrovato e lo Zielinski riposato (assente a Brescia), mentre in attacco il terzetto “storico” Insigne, Mertens e Callejón tenterà approfittare delle incertezze catalane. In panchina Elmas sarà forse il primo ad essere preso in considerazione in caso di sostituzione potendo coprire 4 ruoli nel 4-3-3, interno di centrocampo ed esterno d’attacco, poi Milik per “Ciro” Mertens ed Allan qualora considerato in forma per proteggere la propria area. Il prossimo fine settimana per il Barça c’è il classico contro il Real Madrid che decidirà il leader della Liga, difficilmente li distrarrà, ma è un fattore da considerare, mentre per il Napoli potrebbe addirittura esserci uno stop del campionato causa Coronavirus. La squadra di Gattuso contro il Barça ha poco da perdere, se non la dignità contro una squadra capace di “goleade”, sarà quindi fondamentale fare la famosa partita accorta e cercare quell’impresa già riuscita a questi calciatori contro i campioni d’Europa del Liverpool. E se lo stesso allenatore del Napoli ha concluso la conferenza stampa con un “Non si sa mai”, rispondendo a chi gli chiedeva della possibilità di vincere la Champions League, vale la pena ricordare, pensando al Barcellona di martedì, che nella terra di D10S i miracoli non sono da escludere.