Pubblicato il: 11 Ottobre 2019 alle 4:15 pm

NAPOLI, I RINNOVI, L’ETA’, E I RICAMBI CHE NON INGRANANO

Mertens, Callejón e i non fratelli.

Claudio Borghi, ex talentuoso calciatore argentino, recentemente ha dichiarato che quando iniziò la sua carriera agonistica aveva le condizioni fisiche per giocare, e quando sapeva finalmente giocare a calcio, smise per l’età. Il Napoli si ritrova alla prese con due giocatori, che anche in questa stagione, pur avendo entrambi 32 anni, vuoi per livello tecnico, vuoi per esperienza, quindi maggior convinzione e conoscenza, sono insostituibili. Prestazioni di alto livello, gol, assist e veri leader della squadra, che indossino o no la fascia di capitano. Entrambi 32 anni e entrambi, chi direttamente, chi attraverso le parole del proprio agente, fanno intendere che sono propensi e vogliosi di rimanere al Napoli, ma l’accordo non c’è. Mertens guadagna sui 4,5 milioni di euro a stagione, Callejón sui 3,5, e, nuovamente entrambi, durante questa stagione compiranno 33 anni. Loro chiedono un rinnovo biennale alle stesse condizioni economiche attuali, forti del loro rendimento. La proposta di De Laurentiis sembra invece considerare la stessa cifra del loro stipendio annuale ma spalmata nelle due prossime stagioni, nelle quali avranno 34 e poi 35 anni, non pochi. C’è chi ritiene quasi offensiva l’offerta della società, ma poco si considera l’età dei due begnamini dei tifosi azzurri. E’ vero che sono cambiate le cose rispetto al periodo di Borghi, anni ’80/’90, i giocatori “durano” fisicamente di più e per più tempo possono sfruttare il loro “saper giocare al calcio” dovuto all’esperienza, ma rimane comunque un rischio sportivo/imprenditoriale da parte del Napoli, che chiude al centesimo i bilanci, puntare tanti soldi su due cavalli vincenti ma vecchietti. Soldi in più, quelli pretesi da Dries e José, che potrebbero essere destinati al rinnovo di altri calciatori, che per una ragione o un’altra però non riescono definitivamente a sbocciare, mettendo in difficoltà le valutazioni della stessa società. Un problema del rendimento di quest’anno della squadra partenopea è il giocare con il freno a mano tirato da parte di protagonisti che si ostinano a voler essere comparse, Milik e Zielinski, anche loro in attesa di un’intesa per il rinnovo contrattuale. Il primo che non la mette dentro e il secondo che in qualsiasi posizione venga messo rende una partita e le successive sparisce. Entrambi hanno 25 anni, entrambi hanno un grande potenziale, e per questo sarebbe un suicidio patrimoniale e tecnico perderli. Nello stretto futuro ci saranno mesi di gestione delle relazioni non facilissimi per la società di De Laurentiis, alle prese con una pianificazione dei prossimi anni che mantenga la squadra a un alto livello. Da un lato si può pensare che se i calciatori amano tanto Napoli dovrebbero andare in contro alla società, dall’altro che la società dovrebbe accontentare i suoi giocatori. Questi ultimi per i loro interessi devono tener presente anche le alternative che gli si presentano, per i “vecchietti” sembrano essere luoghi esotici, anche per le cifre da loro richieste, i polacchi invece devono costruirsi una carriera, ma per il rendimento loro attuale devono trovare degli “amatori” con i bigliettoni in mano disposti a puntare su di loro. Al presidente il compito di trovare delle soluzioni, che piacciano o meno, nella speranza che per il successo sportivo e un bilancio felice, i giovani finalmente si impongano e trovino quella continuità e convinzione fino ad ora assenti e che tutti si aspettano.

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